24/04/1997 – “Affari” di Roberta Barcella
I quadri di Daniela Serratore danno uno stacco molto forte agli altri, soprattutto per la drammaticità dei toni intensi, quella stessa che caratterizza il momento della nascita di una vita col distacco dall’utero materno che essa comporta, il concepimento che fonde in sé in un connubio inscindibile la morte e la vita. Le figure sono nascoste tra vortici infuocati, i colpi di colore sembrano in verità lingue di fuoco.
Maggio 1997 – Rivista d’Arte “Peccettum”, articolo di Cinzia Emmi
La sintesi formale e coloristica degli oli di Serratore è gradevolissima: il mondo reale è scomposto nelle innervature degli esseri vegetali e umani, nei fluidi vitali o sanguigni che percorrono le fibre, ciò per analizzarlo nel profondo e renderlo essenziale.
Nella serie di La donna-vita e il vortice della vita, la madre gestante ingloba l’embrione e la vita è simboleggiata nel percorso di ocra e di giallo di Napoli scuro che dalla terra si diparte per attraversare il corpo femminile e tramite il suo braccio ritorna alla terra stessa. In un’altra tela della serie, il cordone ombelicale collega l’embrione alla sorgente-madre, il cui volto scarnificato appare in profilo, intendendo così la comunicazione segreta e linfatica tra genitrice e generato.

Sul quotidiano La Sicilia in edicola il 2 aprile 2000, Milly Bracciante scriveva:
…E, infine, la produzione di Daniela Serratore, splendide icone bizantineggianti e tableaux di caleidoscopiche fantasie informali, sembra oscillare tra il passato ed il presente del panorama dell’arte e raccordarne i poli attraverso una creatività di forte spessore sacrale cui confluiscono una filosofia esistenziale di fondo ed uno spiccato senso del colore.
Immagini sacre e fantasie bizzarre, sposalizi di magma e di acque in turbinii di cielo e mare, diventano, allora, nel sorprendente gusto cromatico di Daniela Serratore, tra fulgori di ori e luccichio smagliante di colori, espressioni analogiche e dialogiche per esprimere mistiche visioni.